Sara Canali intervista Alessio Giachin Ricca.
Più che uno sci, Ambin è un pensiero, un sentire, una filosofia. Convinti che il prodotto non sia il fine, ma piuttosto un mezzo, nella creazione di ognuno dei nostri modelli mettiamo qualcosa in più della sola competenza artigianale. Il prodotto che proponiamo è pensato per soddisfare il cliente, certo, ma anche per promuovere un’idea di business differente che faccia leva su quei valori che hanno mosso qualcosa dentro di noi fin dal principio.
Non si tratta di mero “green washing”: in Ambin il manifesto della sostenibilità non è un’etichetta, ma piuttosto un modus operandi che prende in considerazione diversi fattori ambientali e che soprattutto si basa sulla collaborazione tra le persone.
Questo perché crediamo che il Made in Italy non debba essere un logo, ma rappresentare una filiera positiva e proattiva per il territorio. Per questo scegliamo fornitori locali e riconosciamo loro i giusti margini per garantire una distribuzione equa del valore generato. Vorremmo che tutta la filiera avesse i giusti guadagni per il sostentamento della catena produttiva e, di conseguenza, dell’intera comunità.
Siamo convinti che il cliente finale, oggi più che mai, debba responsabilizzarsi per le proprie scelte di consumo e avere consapevolezza di tutta la catena del valore. Ed è per questo che noi raccontiamo il perché e il come avviene la nostra produzione e quali fornitori scegliamo. Sostenere la filiera produttiva di un territorio vuol dire creare benessere diffuso e questo è il concetto economico base di ciò che in Ambin chiamiamo “sostenibilità”.
Scelte diverse obbligano i produttori ad abbassare la qualità e a delocalizzare. Comprare un bene che costi troppo poco significa togliere qualcosa a qualcuno. E il nostro sci è per eccellenza un prodotto simbolo di una filiera che si basa su un benessere diffuso perché coinvolge produttori, località, persone, ambiente e natura. La nostra filosofia nasce proprio da qui, dal creare un’empatia con il territorio e con i tanti amici che hanno deciso di condividere con noi questa avventura visto che la società Ambin conta ben 36 soci ad oggi.
L’esperienza di Alberto Bolognesi e il suo osservatorio privilegiato di negoziante e guida alpina ci ha permesso di sviluppare una competenza molto elevata sulla qualità dei prodotti e una rete di contatti estesa. Anche nella scelta dei nostri partner privilegiamo realtà con cui pensiamo di poter fare un percorso insieme.
Ribadiamo, lo sci è un mezzo: per noi andare in montagna e fare backcountry vuol dire libertà ed esplorazione condividendo questi valori sia con chi viene con noi, sia con chi ci supporta in altre attività.
Nonostante il legno che utilizziamo per le anime degli sci provenga da colture certificate FSC, vogliamo fare di più sostenendo la missione della Fondazione Albero Gemello onlus (piantare un albero ogni bambino nato); produciamo le magliette con la sartoria Colori Vivi, un’impresa sociale che opera per l’inclusione dando un futuro alle immigrate che provengono da zone di guerra; per le cinture collaboriamo con Skinsbelts che riutilizza le tessilfoca dismesse nell’ottica di un’economia circolare.
È un work in progress continuo, non sappiamo se la nostra sia la scelta migliore in assoluto ma ci mettiamo in discussione tutti i giorni per migliorarci in ogni nostra azione. Per questo diventa fondamentale anche la selezione del cliente finale: lo sci Ambin non è per tutti perché è uno sci facile che però richiede alcune capacità tecniche, ma soprattutto non vogliamo vederlo ai piedi di chi non condivide appieno la nostra filosofia