Sara Canali intervista Alberto Bolognesi.
La traversata degli Ambin è un viaggio e come tale ha bisogno di ottimi compagni e un forte entusiasmo. Se la seconda delle due componenti è puramente soggettiva, la prima invece è frutto di una scelta. Si può decidere con chi intraprendere la propria avventura, allo stesso modo si può scegliere con cosa.
Gli sci Ambin nascono proprio qui, nel progetto di creare uno sci polivalente in grado di rispondere alle esigenze dei diversi tipi di neve che si possono incontrare nell’arco dei tre giorni in quota. Alberto Bolognesi li ha disegnati così e li ha creati pensando all’ambiente alpino, quello che lui conosce così bene perché di casa, fatto di canali stretti, raggi di curva ridotti, svelti e che richiedono uno sci agile, ma stabile.
Nel cuore di questi sci, che come logo hanno il disegno stilizzato del massiccio degli Ambin, è racchiusa quella traversata, quel viaggio, quell’avventura. E le loro caratteristiche si possono riassumere in cinque parole chiave: divertimento, resistenza, capacità di adattamento, capacità di mettersi in discussione e confidenza.
Sono tutte emozioni che uno si porta dentro durante quei giorni lontano dal mondo.
Devi avere una buona capacità di adattamento per cambiare itinerario al momento o addirittura saper rinunciare. Ma devi anche divertirti e fidarti di quello che hai ai piedi, solo così puoi raggiungere la piena soddisfazione di un’avventura senza eguali.
dice Alberto.
DIVERTIMENTO
“Si trova nel raggio di curva che ho dato allo sci. Quello che uso io è di 20 metri mentre per gli altri sono circa 18 metri e mezzo. Se metti un Ambin sullo spigolo quando lo porti in conduzione, lui in 18 metri fa la curva esattamente come se fosse su una pista. A me piace sciare così, senza farlo spatolare, ma facendolo andare sulle lamine, pulito, perfetto.
Per questo gli abbiamo dato un raggio di curva corto. Di solito uno sci da freeride si muove sui 24/25 metri, anche 30 ma devi avere degli spazi mostruosi se no non riesci a fargli fare la sua curva naturale. Uno strumento del genere sulle nostre Alpi è ingestibile, finisce che lo indirizzi con il piede e lo fai spatolare. Io vado in alto per sciare, per scendere, e voglio farlo lasciando la traccia perfetta dietro di me, senza quel terribile effetto tergicristallo!”.
RESISTENZA
“Si trova nella struttura costruita con due tipi di legno, il pioppo e la pawlonia o carrubo. Il primo dà elasticità e il secondo leggerezza. Abbiamo creato uno sci molto robusto con lamine abbastanza spesse, da 2,5 mm, mentre gli altri hanno una mezza lamina. Abbiamo una coda molto robusta con inserto in alluminio perché nella traversata ci sono dei punti ripidi dove potrei aver bisogno di piantare una sosta. Questo significa piantare lo sci e usarlo come punto d’ancoraggio per calare la gente con la corda. Per questo è necessario che un Ambin non si spezzi a metà”.
CAPACITÀ DI ADATTAMENTO
“ Ambin si adatta a tutte le nevi perché la traversata passa per scenari diversi, ambienti che cambiano, manti nevosi che si trasformano. La sua larghezza è studiata per le diversità di nevi che si possono incontrare durante i tre/quattro giorni, ma sono sempre pensate per garantire la bella sciata. Uno sci troppo leggero aiuta in salita, ma per scendere risulta spesso ingestibile e ti obbliga “a saltare”. Mentre con gli Ambin riesci a condurre le curve, senza salti con indirizzamento indipendentemente dal manto nevoso. Ovviamente, come sci artigianale è adattabile, ha bisogno di qualche uscita per conformarsi allo sciatore. Durante le prime sciate, un Ambin ‘studia’ chi lo conduce per diventare poi il migliore compagno di viaggio”.
CAPACITÀ DI METTERSI IN DISCUSSIONE
“Il nostro sci deve avere questa capacità di mettersi in discussione con gli sci di tutte le altre aziende del settore. Deve essere consapevole che non è assolutamente da meno e proporsi anche in un test-sci senza paura. Quello che noi facciamo, la nostra filosofia, è di darlo in prova a una serie di guide alpine. Non facciamo test in pista, non avrebbe senso, piuttosto lo lasciamo diversi giorni in modo che il tester abbia modo di provarlo più volte”.
CONFIDENZA
“Lo sci è un mezzo che ti accompagna nella tua avventura. Un po’ come una macchina che viene in giro con te e di cui ti devi fidare perché non ci siano problemi di confidence. Essere sicuri del proprio sci è fondamentale soprattutto per la pericolosità del tempo che cambia o per la trasformazione del manto nevoso. Un Ambin non è uno sci leggerissimo, potremmo farlo più light, ma non vogliamo per ora, perché in discesa non avrebbe la tenuta che vorremmo. Stiamo progettando uno sci più leggero, perché ci è stato richiesto, senza destrutturarlo ma agendo sulle lamine e sul giro lamina della punta rendendolo più essenziale.
Ma la confidence resta assolutamente fondamentale.
Mettiamocene una sesta, la fatica, compagna di viaggio durante la traversata degli Ambin. Il bello della fatica è perché sai che stai raggiungendo posti non accessibili al 99% della gente. Facendo quella fatica sai che arriverai in un posto dove non c’è nessun altro. Ti basta poco, vedere una pernice, un camoscio, le due aquile che ti girano sulla testa. Ti basta niente e dimentichi tutto. Anche la fatica.