La Semiotica è quella disciplina che studia i fenomeni di significazione, ovvero crea una relazione tra il segno e il suo significato. Perché abbiamo scomodato la teoria del linguaggio per iniziare questo articolo, è presto detto: oggi protagonista di questa Ambin Story è il logo, riconoscibile e ben presente su tutti i modelli del brand.
Ad un primo sguardo, sembra un segno fatto a mano, quasi una firma. E forse in fondo lo è davvero: è la mano del massiccio dell’Ambin ad averlo tracciato, o meglio il suo profilo. Partendo proprio dal ricalco delle diverse cime che formano l’insieme è nato il primo schizzo ed è subito evidente come la forma delle montagne e la parola “ambin” trovino una similitudine.
Ecco allora che il significante, il segno, si carica di un importante significato poiché riprende il concetto stesso della traversata del massiccio. Il profilo scelto è quello che si vede salendo in Valle di Susa da Torino e che, arrivando all’altezza di Bussoleno, si mostra in tutto il suo splendore.
Il nostro sci è nato in questa zona, proprio dall’idea di poter creare un mezzo capace di affrontare questi pendii e accompagnarci su ogni tipo di neve per ridiscenderli.
Il percorso selezionato per la traversata parte da Bardonecchia e si snoda lungo la frontiera Italia-Francia, sale fino alle punte Sommelier, Niblè, Ferrand, Denti d’Ambin, Giusalet e Cima Bar per scendere a Moncenisio, mantenendo una quota sempre intorno ai 3000 mt di altitudine.
Il massiccio è molto selvaggio e poco antropomorfizzato, le sue cime sono lontane e non servite da impianti. Per arrivarci bisogna essere dei bravi alpinisti e amare molto queste montagne.
Lo studio del logo è stato fatto dalla società Garda Group e in casa Ambin è piaciuto subito poiché ha trasformato lo sci in un veicolo di promozione del territorio.
Un primo rendering di profilo del massiccio è stato successivamente ammorbidito e slanciato. La punta finale del logo è come una retta che va verso l’alto, lanciata a dare un senso di velocità e altezza. Nonostante il risultato sia un disegno più impegnativo di una montagna stereotipata, non poteva essere fatta scelta migliore per rappresentare a pieno la filosofia e l’anima di questo sci.
E si finisce per innamorarsi di un logo perché ci si vede dentro la propria storia ed il racconto dei luoghi dove si è cresciuti. Il segno è diviso in due, in mezzo, idealmente, c’è la rappresentazione della Val Clarea.
“Dal 2018 quando è stato creato a oggi, questo logo si è caricato di un significato di grande importanza”, racconta Alberto Bolognesi. “Le guide alpine e gli sciatori della zona lo apprezzano e tanti stanno iniziando a sognare di avere il nostro sci per tutto quello che rappresenta: la sua filosofia, il fatto di sentirlo proprio e la sua capacità di rappresentare il luogo dove è nato. Ho sempre creduto in questa zona, so che ha grande potenzialità. Ambin vuole renderle omaggio”.